Da Corriere della Sera del 23/10/2003

Governo battuto, ora più vincoli sul condono

Sanatoria solo per gli appartamenti. Il premier: probabile fiducia sul decretone. Frena l’Udc. An: iniziativa pericolosa

di Mario Sensini

ROMA - «Sul decreto che accompagna la Finanziaria probabilmente porremo la fiducia». L’annuncio di Silvio Berlusconi doveva metter fine a una giornata difficile per il governo, battuto al Senato prima sul silenzio-assenso per la vendita degli immobili di pregio (per il voto contrario della Lega), poi sul condono edilizio, notevolmente ridimensionato, e in forte difficoltà con la maggioranza su altri aspetti delicati della manovra, a cominciare dalla Cassa Depositi e Prestiti. La fiducia «risolutiva» rischia, invece, di aprire problemi ancor più seri nella coalizione. Con un duro comunicato An ha chiarito che non accetterà la discussione di una Finanziaria a scatola chiusa, mettendo in guardia il premier sulla «pericolosità» dell’iniziativa. E altrettanto ha fatto l’Udc con Rocco Buttiglione, che ha sollecitato «estrema prudenza: il governo dev’essere rispettoso del Parlamento». Messaggi resi ancor più espliciti dopo la minaccia della fiducia: a tarda sera il governo è stato nuovamente battuto su un emendamento di An al condono edilizio che attribuisce il limite dei 750 metri di cubatura sanabile all’intero edificio e non alle sue singole unità abitative. Evitando, così, la subdola moltiplicazione della superficie condonabile, denunciata dall’inchiesta del Corriere , ma anche portando via quasi un terzo del gettito della sanatoria (1 miliardo).

Oggi il decretone va in aula e il governo valuterà il da farsi.

«Porre la fiducia contro l’ostruzionismo dell’opposizione è in alcuni casi perfino doveroso. Farlo per superare questioni reali su cui la maggioranza non ha ancora trovato un punto d’intesa può essere molto pericoloso» ha fatto sapere il portavoce di An, Mario Landolfi. «Soprattutto quando, come nel caso della Cassa Depositi, è semplice trovare un accordo se prevale la ragionevolezza e vengono accantonate incomprensibili rigidità».

Sul banco degli imputati il ministero dell’Economia e la sua irremovibilità sul progetto Cassa Depositi da cui derivano 2,5 miliardi di risparmi sul quale non è disposto a compromessi. An e Udc, però, reclamano per Bankitalia la vigilanza sulla nuova Cassa e ne pretendono la divisione in due società: una per l’attività tradizionale, l’altra per la nuova ammissione aperta al capitale di fondazioni e privati e non più dedicata ai soli enti locali.

Le difficoltà, cui l’opposizione assiste con soddisfazione, non sono comunque tutte lì. Tra governo e maggioranza ci sono contrasti anche sulle pensioni per l’amianto, la vendita delle case dei militari, le tasse sui videopoker. Tutte questioni rimaste irrisolte e accantonate dalla Commissione bilancio.

E’ passata invece, con l’accordo del governo, l’estensione dei termini per l’adesione del concordato degli autonomi dal 28 febbraio al 31 maggio. Su tutto il resto si discuterà oggi in assemblea. Bocciati tutti gli altri emendamenti che oggi saranno, compresi quelli sulla Cassa Depositi e Prestiti, ripresentati in aula dalla maggioranza. Fiducia permettendo.

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