Da La Stampa del 01/11/2003

Sfioccano le voci, ma le due società non commentano

Gates vuole un motore di ricerca

Trattativa possibile per Google

di Anna Masera

«Microsoft e Google, partner o rivali?» titolava ieri il New York Times. L’azienda fondata da Bill Gates, leader mondiale del software, pare sia «disperatamente» in cerca di una fetta del business dei motori di ricerca che generano pubblicità online, e pare che negli ultimi due mesi abbia fatto delle avances a Google, il motore di ricerca Internet più utilizzato al mondo, che ha annunciato di recente l’intenzione di collocarsi in Borsa, per una possibile acquisizione. La proposta a quanto pare sarebbe stata per il momento respinta da Google, che preferisce puntare sul collocamento delle azioni sul mercato con un’Ipo (Initial Public Offering) da capogiro: si parla di 15-25 miliardi di dollari), ma non è ancora del tutto tramontata.

I portavoce delle due aziende preferiscono non commentare la notizia. Comunque, l'attenzione del gigante del software verso il motore di ricerca, che è un diretto concorrente della stessa azienda di Bill Gates, fa drizzare le orecchie agli addetti ai lavori perché rievoca il fantasma di Netscape, il browser per il Web fondato da Marc Andreessen poco dopo Mosaic e sbarcato a Wall Street nel 1995. Quell'Ipo ebbe un ruolo fondamentale nel creare la frenesia per le dot.com, durata poi sino allo scoppio della bolla alla fine del decennio. E sappiamo bene la fine che fece Netscape: quando Microsoft non riuscì a comprarsela, le dichiarò guerra con un proprio browser, l’Internet Explorer che ormai usano tutti, e ridusse il rivale in briciole.

Secondo il New York Times, Google potrebbe peraltro collocare le azioni direttamente presso gli investitori, con un’asta da tenere online, aggirando le procedure previste dal collocamento in Borsa. Con 150 milioni di ricerche effettuate ogni giorno e un bilancio in attivo, Google è considerata un’azienda decisamente appetitosa. I capi di Google si sono sempre staccati dalle mode e non sembrano propensi a lasciarsi trascinare da sollecitazioni di breve periodo. Ma tutti gli addetti ai lavori sono convinti che la quotazione di Google sarebbe un successo. Ma la spirale perversa degli anni 1998-2000 dovrebbe aver insegnato qualcosa: non si dovrebbe riavviare solo sulla base della voglia di rivincita dei risparmiatori, senza cambiare i metri di valutazione delle aziende. Un fatto è certo: le voci sulla possibile prossima quotazione in borsa di Google sono sempre più insistenti, e Microsoft - si sa - non molla mai. «Google è più di un business: è un fenomeno culturale, ma dove sarà fra un paio d’anni? La Microsoft sente odore di sangue» commenta The Economist.

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