Da Corriere della Sera del 22/10/2003

Quei «nuclei» che cercano spazio sotto la stella brigatista

di Giovanni Bianconi

ROMA - Hanno impiegato venti pagine scritte e incolonnate al computer, sotto l’intestazione «Brigate rosse» completa di stella chiusa nel cerchio, per dire che «lo strumento della lotta armata» consiste anche in un modesto ordigno fatto esplodere sul davanzale di una finestra. L’avanguardia restano le Br «per la costruzione del partito comunista combattente» che hanno colpito i «nemici di classe» D’Antona e Biagi, ma adesso sul terreno dello scontro si presentano le «Br-Guerriglia metropolitana per la costruzione del Fronte combattente antimperialista». Secondo gli analisti dell’Antiterrorismo, il documento fatto trovare l’altra sera sancisce l’evoluzione degli Nta, i Nuclei territoriali antimperialisti che dal ’95 in poi hanno compiuto mini-attentati sparsi soprattutto nel Triveneto, sul tipo di quello contro l’Informest di Gorizia. Oggi la nuova formazione annuncia una campagna di «fattivi e ineludibili passaggi politici, logistici e militari» e afferma che tutto ciò avviene «nel riconoscimento del percorso concretamente rivoluzionario proposto in questi anni dall’organizzazione Nta». Quei Nuclei tentano di diventare una nuova componente delle Br, così come nel ’99 una parte degli Ncc (Nuclei comunisti combattenti) si trasformò nelle Br-pcc che hanno ucciso D’Antona.

Qui il «livello di scontro» è più basso, ma anche questo per l’Antiterrorismo è un segnale: in un momento in cui le Br-pcc sono ancora in difficoltà per il colpo subito con l’arresto di Nadia Lioce e l’uccisione di Mario Galesi (quest’ultima debitamente «celebrata» a pagina 19 del documento), nuovi «combattenti» si propongono di affiancare l’organizzazione con altre azioni di propaganda armata, seppure minori. In particolare rilanciando la campagna internazionale della «iniziativa rivoluzionaria»; le Br-Guerriglia metropolitana annunciano infatti di voler «esercitare ruoli e compiti di direzione dentro il percorso rivoluzionario in atto e, nello specifico, dentro quello che oppone Imperialismo ad Antimperialismo». Gli obiettivi futuri dovrebbero dunque essere di carattere internazionale, anche se molte pagine riguardano la situazione interna, i progetti «neo-corporativi» del governo e la presunta complicità dei sindacati.

Nel volantino si parla degli attentati dell’11 settembre 2001 e si esaltano le azioni delle Brigate Al Aqsa e di Hamas «in Palestina», delle Farc colombiane e di Sendero Luminoso in Perù, del Grapo in Spagna e della «17 novembre» in Grecia, dei «feddayn di Saddam» e degli hezbollah libanesi, degli indipendentisti corsi, dei contadini boliviani e dei «guerriglieri ceceni massacrati dall’esercito di Putin». E si ricorda che le stesse Br-pcc guardavano all’estero siglando il patto di unità d’azione con la Raf tedesca.

L’interesse della nuova sigla e del nuovo documento, per gli analisti, è ancora maggiore poiché arrivano all’indomani dell’ultimo proclama fatto uscire dal carcere da sette detenuti «irriducibili» che ancora sottoscrivono le azioni delle Br. I «militanti prigionieri» hanno scritto che «il rapporto di guerra» con lo Stato va coltivato «fin da subito anche a partire da nuclei esigui di avanguardie rivoluzionarie». E hanno ribadito l’importanza di «istanze e nuclei che hanno preso concretamente posizione sia in appoggio all’iniziativa delle Br, sia assumendosi la responsabilità di disporsi nello scontro con contenuti e pratiche offensivi», cioè con attentati anche piccoli. Se l’interpretazione dell’Antiterrorismo è esatta, uno di quei Nuclei ha raccolto l’appello e cerca un proprio spazio sotto la stella brigatista.

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