Da Corriere della Sera del 19/09/2003

Sì alla Finanziaria, via libera al condono edilizio

Intesa nel governo. Il 26 settembre la manovra che resta di 16 miliardi. Riassetto pensioni entro l’anno. 5-6 miliardi per lo sviluppo

di Mario Sensini

ROMA - Dopo l’intesa sulle pensioni che porterà alla riforma entro l’anno, la maggioranza trova l’accordo anche sulla Finanziaria del 2004. Non senza fatica, come dimostrano le quasi sette ore di discussione di ieri, e certamente senza troppo entusiasmo, perché le difficoltà della finanza pubblica e la determinazione del ministro dell’Economia sulla linea del rigore non permetteranno di soddisfare tutte le esigenze della maggioranza. Nel 2004 la manovra per ridurre il deficit, che altrimenti scivolerebbe oltre il 3% del pil (prodotto interno lordo), resta confermata in 16 miliardi di euro. Intanto con il condono edilizio dal quale si attendono circa 2 miliardi ma che An - siccome il provvedimento è stato affidato al ministro dell’Ambiente - definisce «leggero». La sanatoria, che probabilmente ricalcherà quella del ’94, dovrebbe essere varata venerdì prossimo con un decreto. Poi nuove cartolarizzazioni immobiliari, il concordato preventivo per le piccole imprese, una stretta sugli enti locali e sugli acquisti della pubblica amministrazione, interventi per eliminare sprechi e sperequazioni nella previdenza e altre manovre contabili. Probabilmente anche con una proroga delle sanatorie fiscali in scadenza a ottobre, sulla quale potrebbe prendere l’iniziativa il Parlamento.

Dei 16 miliardi di euro raccolti, almeno 3,5 saranno girati per finanziare lo sviluppo. Ai quali si aggiungeranno altri 2 miliardi ritagliati nelle vecchie tabelle di spesa, quindi con una riprogrammazione di interventi che hanno già copertura finanziaria. Cambierà, per effetto delle nuove risorse destinate allo sviluppo, anche l’obiettivo di deficit pubblico per il 2004, che salirebbe dall’1,8% al 2,1% del pil. Un margine di manovra in più aperto dalla riforma previdenziale, che se non farà cassa, perché produrrà i suoi effetti economici solo dal 2008 lasciando fino ad allora la deterrenza contro i pensionamenti d’anzianità agli incentivi, permetterà di dimostrare alla Ue e ai mercati l’impegno sulla tenuta dei conti a medio e lungo termine.

Quei 5-6 miliardi di euro disponibili serviranno per la sicurezza, i contratti pubblici, la scuola, ma anche per la nuova Tecno-Tremonti sull’innovazione tecnologica, la famiglia. Si pensa a un bonus per i neonati, ma solo per i redditi più bassi, al rilancio del Made in Italy (alle Attività Produttive il vice ministro Adolfo Urso ha già pronto un collegato alla Finanziaria). Ci saranno agevolazioni fiscali per il rientro in Italia dei «cervelli» fuggiti all’estero, e si parla della creazione di un Istituto Italiano per la Tecnologia. Ma anche di un nuovo ruolo della Cassa Depositi e Prestiti, come volano finanziario per le piccole imprese, l’artigianato e, probabilmente anche le famiglie.

Oltre il 2,1%-2,2% di deficit, ha comunque fatto capire ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti agli alleati che lo pressavano per avere più soldi, non si può andare. Non fosse altro per il rischio di far aumentare il debito pubblico, che pesa come un macigno sulla finanza pubblica e la credibilità del paese. Tremonti, dunque, ha fatto diga, insistendo sulla cattiva congiuntura e le ripercussioni sui conti, che potrebbe sentirsi già quest’anno con un deficit un po’ più alto del 2,3% previsto (forse il 2,5%), ma che il Tesoro cercherà di evitare a tutti i costi per scongiurare effetti negativi di trascinamento sul 2004. Alla fine gli altri hanno dovuto accettare la linea del rigore. Anche per «senso di responsabilità» come dice l’Udc.

Sulla Finanziaria restano da affinare i dettagli. Nel week-end lavoreranno i tecnici, mentre i ministri dovrebbero rivedersi lunedì. Martedì saranno convocate le parti sociali e le Regioni per un primo confronto. Poi, venerdì prossimo al Consiglio dei ministri, il varo della manovra.

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