Da Corriere della Sera del 14/09/2003

Palazzi e piscine nell' Italia abusiva Gli edifici fantasma? Sono 362 mila

Con le regolarizzazioni incassati meno di 15 euro per contribuente Dalle regolarizzazioni il Fisco ha incassato meno di 15 euro per contribuente Dal ' 73 si contano almeno una quindicina di «perdoni», dalla previdenza alle tasse

di Gian Antonio Stella

Hanno dato ragione a lui, a Enzo Poli. Sono anni che se ne fotte delle regole e tira su palazzi e piscine e gazebo e tutto ciò che gli garba accanto al suo albergo sull' Appia Antica proprio sopra le catacombe di San Callisto, anni che gli sequestrano i cantieri e che lui va avanti rompendo i sigilli, anni che gli buttano giù i manufatti con le ruspe e che lui riparte facendo spallucce: uffa, la legge! Lo sapeva, che una volta o l' altra glielo mollavano, un nuovo condono edilizio. E cento, mille, diecimila altri come lui sparsi per tutta la penisola, da Vipiteno a Lampedusa, si davano di gomito da mesi: lo fanno, lo fanno... Ti pare che dopo aver fatto sanatorie a raffica, non ne fanno una edilizia? Adesso il timbro, quello inventato dal Cavaliere per segnare i trionfi del primo governo, c' è: "fatto!" Cosa significhi, per il nostro "Bel Paese", ormai defunto in molti dei suoi paesaggi più struggenti, ce lo dicono gli ultimi dati del Cresme. Dal 1994 al 2002, con una robusta accelerazione negli ultimi tempi via via che si delineava la magnanimità governativa nei confronti di ogni tipo di figliol prodigo (l' evasore, l' esportatore di capitali, il falsificatore di bilanci...) sarebbero stati costruiti almeno 362.676 edifici abusivi dalla superficie media di 138 metri quadrati per un totale di 50 milioni e 185 mila metri quadri. Tanto per capirci: come un condominio largo venti metri, alto quindici e lungo 502 chilometri. Valore stimato: 23,470 miliardi di euro, pari ad almeno 45.444 miliardi di vecchie lire. Una somma enorme, fatta ruotare tutta o quasi tutta dentro l' illegalità: niente Iva (solo qui un risparmio medio dell' 8%), niente imposte varie, niente contributi sulle paghe dei lavoratori in nero... Quanto basta per ipotizzare un' evasione complessiva, per non parlare del prezzo pagato in termini di morti e infortuni dentro questa cornice totalmente fuorilegge, pari al valore dell' intero complesso abusivo. Vogliamo stare bassi? Teniamoci per difetto (difetto) sui 15 miliardi di euro, cioè sui 30 mila miliardi di evasione. Bene: se dal condono dovessero essere recuperati come auspica il governo 3.000 miliardi delle vecchie lire, accusano gli ambientalisti e quanti si oppongono alla sanatoria per una questione di decenza, si tratterebbe comunque di un obolo: 4.272 euro per ogni edificio abusivo stimata dal Cresme. Un obolo che, tappato un buco oggi, spalancherebbe una voragine nei conti di domani. Basti ricordare, come scriveva ieri il "Corriere", che il comune di Roma spende in media 22 mila euro (ma la somma può sfondare i 30 mila nel caso debbano essere risanate certe borgate nate nel caos) per ogni abitazione sanata e fornita di tutti i servizi di base, a partire dalle fognature. Fate voi i conti. Quanto all' aspetto morale, lasciamo il commento al professor Giulio Tremonti, l' antico rigorista rimpiazzato dal ministro attuale, che aveva idee chiarissime sulla necessità che uno stato serio faccia rispettare le leggi. E bacchettava ogni genere di condono ("in Sudamerica si fanno dopo il golpe") spiegando: "Non è neppure il caso di avviare una discussione sulla morale fiscale di un governo che fa ora ciò che appena ieri ha fermamente escluso perché immorale. E' piuttosto il caso di passare oltre, per vedere se un condono fatto in questo modo e in questo momento sia soltanto una scelta di cinismo fiscale per tirare a campare o qualcosa di più e di peggio: una scelta di suicidio fiscale". Insomma, avanti così non c' è più "certezza di tassazione con saltuari condoni ma certezza di condoni con saltuaria tassazione". Parole d' oro. Sottoscritte poco più di un anno fa dal ministro degli esteri Franco Frattini, allora alla funzione pubblica: "Va estirpata ogni forma di illegalità perché la questione morale è alla base di qualsiasi programma di governo". Ribadite dal suo collega alle Attività produttive Antonio Marzano: "L' ipotesi di un condono edilizio in finanziaria non mi piace molto perché amo l' Italia e non mi piace vederla guastata". Rilanciate dal responsabile dell' Ambiente Altero Matteoli: "Dal rapporto ' Ecomafia' di Legambiente emerge una preoccupante crescita dell' abusivismo edilizio. Io sono nettamente contrario al condono edilizio non tanto per non voler perdonare chi costruisce una casa illegale, ma per non ridicolizzare il cittadino onesto che ha costruito secondo le regole. Del resto io avevo detto no anche all' ipotesi di un condono minimale, perché se apriamo alla sanatoria dei mini-abusi, si sa dove si inizia, ma non dove si finisce". "Fiscooggi.it", la rivista on line dell' Agenzia delle Entrate, ha calcolato che dal 1973 ad oggi è stata offerta una quindicina di condoni tributari, previdenziali, assicurativi, valutari ed edilizi che hanno portato a un incasso complessivo di 26 miliardi di euro, cioè 50 mila miliardi di vecchie lire. Una somma che spalmata sui tre decenni ha portato molto meno di un miliardo di euro l' anno e spalmata sugli abitanti rappresenta un esborso di 15 euro l' anno per ogni italiano. Onestamente, se sono buoni questi dati ufficiali delle Finanze, valeva la pena di sgretolare per 15 euro pro capite l' anno la dignità impositiva dello Stato, il sentimento comune della legalità, la certezza della pena, l' immagine di una macchina pubblica che sa garantire le persone oneste e perbene e colpire i furbi, i ladri, gli evasori? Ne valeva la pena? La risposta, più di ogni altro, avrebbero oggi il diritto di darla quei sindaci di sinistra come il rifondarolo Gerardo Rosania o di destra come l' aennino Orazio Longo che ad Eboli e a Rossano di Calabria hanno sfidato le ire, gli insulti e forse qualcosa di più dei loro concittadini indifferenti alle regole abbattendo centinaia e centinaia di case abusive per applicare la legge. Una legge che la stessa amministrazione pubblica, come dimostrano le condanne confermate in Cassazione per il gigantesco acquedotto costruito dentro il parco dei Nebrodi senza neppure una delle licenze necessarie, non si cura troppo spesso di applicare. Chi glielo spiega adesso, agli abusivi che hanno già visto la "loro" casa abbattuta, che le ruspe agirono perché così voleva la legge?

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