Da La Repubblica del 02/01/2003
In mattinata la manifestazione contro la guerra della Comunità di Sant'Egidio
Diecimila in marcia per la pace
La bella giornata ha benedetto ieri mattina l'invasione di Roma da parte dei manifestanti. Alle 10.30 da piazza della Chiesa Nuova ha preso il via la marcia della pace organizzata dalla comunità di Sant'Egidio. Cartelli con i nomi dei paesi colpiti oggi dalla guerra (quelli di Palestina ed Israele sono stati vicini per tutto il corteo), gente di ogni razza e religione proveniente da ogni parte del mondo, colori e suoni diversi, stendardi con la scritta «pace» in ogni lingua del pianeta, cartelli con le scritte «Beati i costruttori di pace», «Pace in tutte le terre» e «La guerra è la madre di tutte le povertà e non è un destino inevitabile». E, soprattutto, un fiume di gente.
Erano attesi in cinquemila, secondo gli organizzatori. Erano certamente più del doppio a sfilare per corso Vittorio Emanuele fino a piazza San Pietro per ascoltare il messaggio di pace del Papa. «Qui non ci sono i pacifisti ad oltranza o ad ogni costo dice Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio, per spiegare le ragioni della manifestazione ma persone che cercano di essere realiste fino in fondo. Ci si interroga profondamente se la guerra sia ancora uno strumento adeguato per risolvere le questioni internazionali. Quella di oggi è una manifestazione che vuole ricordare i paesi dove attualmente sono in atto dei conflitti (Sierra Leone,Kashmiir, Cecenia, Irlanda del Nor), e soprattutto quei paesi dove le luci dei riflettori della cronaca non sono accesi. Siamo preoccupati per le cosiddette guerre controllabili, che alla fine fanno vittime soprattutto tra i civili. Certo la lotta al terrorismo è una necessità, ma la guerra è una soluzione adeguata a risolvere questo problema? La guerra non è mai inevitabile ed il dialogo non è mai una debolezza, ma una necessità». La manifestazione, che tra l'altro si svolgeva in contemporanea di 43 paesi del mondo e 107 città, ha creato qualche intralcio al traffico nella zona del Vaticano. Un disagio contenuto, comunque, nonostante l'enorme numero di turisti stranieri che hanno preso d'assalto il centro della città e tutti i luoghi storici.
Erano attesi in cinquemila, secondo gli organizzatori. Erano certamente più del doppio a sfilare per corso Vittorio Emanuele fino a piazza San Pietro per ascoltare il messaggio di pace del Papa. «Qui non ci sono i pacifisti ad oltranza o ad ogni costo dice Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio, per spiegare le ragioni della manifestazione ma persone che cercano di essere realiste fino in fondo. Ci si interroga profondamente se la guerra sia ancora uno strumento adeguato per risolvere le questioni internazionali. Quella di oggi è una manifestazione che vuole ricordare i paesi dove attualmente sono in atto dei conflitti (Sierra Leone,Kashmiir, Cecenia, Irlanda del Nor), e soprattutto quei paesi dove le luci dei riflettori della cronaca non sono accesi. Siamo preoccupati per le cosiddette guerre controllabili, che alla fine fanno vittime soprattutto tra i civili. Certo la lotta al terrorismo è una necessità, ma la guerra è una soluzione adeguata a risolvere questo problema? La guerra non è mai inevitabile ed il dialogo non è mai una debolezza, ma una necessità». La manifestazione, che tra l'altro si svolgeva in contemporanea di 43 paesi del mondo e 107 città, ha creato qualche intralcio al traffico nella zona del Vaticano. Un disagio contenuto, comunque, nonostante l'enorme numero di turisti stranieri che hanno preso d'assalto il centro della città e tutti i luoghi storici.
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