Da La Repubblica del 17/07/2003

Il diritto di sapere

di Giuseppe D'Avanzo

Il Governo oppone il segreto di Stato. Non fornirà alcun dossier al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Il sottosegretario Gianni Letta, nella sua breve audizione, ha detto più o meno niente, ma lo ha detto in maniera assai accorta senza nemmeno pretendere di essere convincente. Ha chiamato in causa il centro-sinistra (l’attività del Sismi è cominciata con il precedente governo). Ha escluso che l’intelligence italiana abbia trasmesso agli alleati inglesi e americani alcun documento. Ha ammesso che gli 007 di casa nostra hanno condiviso informazioni con l’intelligence anglo-americana. Ha escluso che i documenti pubblicati da Repubblica siano farina del Sismi. Per il resto, segreto di Stato.

Sono risposte che lasciano aperte tutte le questioni poste dall’affaire uranio. Il Sismi ha messo in contatto gli inglesi dell’M16 con la fonte che vende loro la falsa documentazione (conosciuta all’Agenzia per l’energia atomica di Vienna come «il dossier dei servizi segreti italiani»).

Il Sismi ufficialmente non ha il documento (lo hanno comprato gli in dalla fonte del Sismi), ne condivide le informazioni (ufficiosamente dispone di una copia). È la circostanza che sollecita qualche domanda e forse spiega il segreto di Stato opposto da Letta. Il Sismi ha segnalato l’infondatezza dei documenti a Londra? L’ha segnalato a Washington? Si è tenuto le perplessità per sé?

Quando Blair e Bush hanno cominciato a farvi riferimento per sostenere la pericolosità di Saddam e l’inevitabilità della guerra, che cosa hanno fatto o detto i capi-divisione del servizio nei briefing di Londra e Roma? Il nostro governo è stato politicamente coinvolto nella «costruzione» del caso Iraq?

Troppo semplice dire non avevamo il documento, quindi non è successo niente. Sembra di comprendere che di fronte alla crisi che pende sul capo di Blair e minaccia Bush e il suo vice Cheney, Berlusconi abbia deciso di stare defilato. Teme che Londra e Washington possano scaricare su Roma le responsabilità dell’imbroglio spionistico e; dall’altro lato, si preoccupa di non mostrare dossier che magari potrebbero aggravare gli imbarazzi di Casa Bianca e Downing street. Perché non si può escludere che il Sismi abbia segnalato la debolezza di quel dossier.

Come si vede, ci sono troppe domande per liquidarle in un colpo solo con il segreto di Stato. O con un «non è successo mente, credetemi». Come le opinioni pubbliche inglese e statunitense, anche l’opinione pubblica italiana ha il diritto di sapere che cosa è successo e per responsabilità di chi. E soprattutto se qualcuno ha mentito. Chi governa ha il dovere, dopo una guerra, di dare trasparenza al ruolo avuto dall’Italia nelle mosse, nelle scelte, nelle decisioni che l’hanno preceduta.

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