Da La Repubblica del 18/07/2003

"L'Ulivo presenti liste uniche alle elezioni europee del 2004"

Prodi: ecco il progetto per un centrosinistra vincente

di Marco Marozzi

BRUXELLES - E' il piano di Romano Prodi per un Ulivo di nuovo vincente. Il Professore lo ha detto ai suoi: fate una lista unica alle elezioni europee. «E' la via per ricostruire davvero l'Ulivo». E' la prima volta che Prodi scende in campo così esplicitamente: segno oltre di tempi maturi, di rischi altrettanto marcati. Il discorso vuole andare la situazione italiana, oltre l'Ulivo e Berlusconi: in questo suo discendere e dilatarsi oltre i confini e i partiti trova, per Prodi, un senso e una chance. «L'occasione è davanti a noi – dice – dobbiamo fare in modo che arrivino in Europa liste omogenee e concepite con la stessa idea della costruzione europea». Lo ha spiegato a Chirac, a Parigi. Lo dice oggi a Schroeder, a Berlino. Contesti diversi, personaggi, collocazioni di partito e situazioni differenti. Ma una visione circolare, con uno scenario unico. E’ la strategia del Professore, in cui l'Europa fa da perno e in cui si salda (anche, non solo) il futuro del l'Italia e il suo personale.
E' l'appello al centrosinistra a compattarsi, perché una lista unica dell'Ulivo alle elezioni europee del prossimo anno sia anche il punto di partenza, il simbolo, il richiamo su cui costruire l'alleanza per le politiche del 2006. Quando alla guida della coalizione ci potrebbe essere di nuovo lui: Prodi. La strategia si biforca. L'Italia e L'Europa, un tutto che sale, scende e si ricompone.
In cui vengono passati, superati persino gli schieramenti partitici tradizionali. «Il discorso non riguarda solo l' Italia – dice il presidente della Commissione Ue – ma dovrebbe coinvolgere anche altri Paesi. E' utile a tutti che in Europa vi siano liste omogenee». «Visto dalI'Europa – insiste, appena rientrato da Parigi e in partenza per Berlino – il problema è dell'Europa più che dell'Italia. Tanto che io mi rivolgo sia ai poli di centrosinistra che a quelli del centrodestra».
«Bisogna mettere l'Europa davvero al centro della campagne elettorale. E non per finta», è lo slogan di Prodi. Ne ha discusso due giorni fa Parigi con Jacques Chirac che l'aveva chiamato a parlare insieme a lui, di fronte a tremila persone, di una strategia umanitaria, cioè una strategia politica, per l'Africa della fame, della miseria, dell'Aids, delle guerre e delle malattie. Hanno parlato di Francia e di Usa, che in quel continente sono sempre più presenti e forti: si sono ritrovati a parlare di Europa. «Bisogna mettere davvero l'Europa – dice Prodi – quel che può e deve fare, quel che bisogna fare per lei, al centro del dibattito. Quindi anche al centro delle elezioni che andremo ad affrontare il prossimo anno».
La sua linea il Professore la ripete oggi a Gerhard Schroeder, che incontra per un pranzo alla Cancelleria ed una visita turistica.
E' voluto e cercato, ogni riferimento alla freddezza di Berlino con Silvio Berlusconi dopo gli insulti e gli scontri dei giorni scorsi. Non e casuale che Schroeder annulli le vacanze in Italia e poi inviti Prodi a casa sua, facendogli da cicerone turistico-politico per i musei. La casella Berlusconi si inserisce però in un contesto più ampio: quello degli equilibri trans-europei, con un Tony Blair che cerca di riconquistare la leadership, della sinistra europea con il convegno di Londra, lo scorso week-end, ma si ritrova l'ex primo ministro francese socialista Laurent Fabius rivolgergli un monito molto deciso in nome di un'altra visione dell'Europa.
Parole che sono piaciute moltissimo a Prodi e a Schroeder. Quello di Berlino sarà «uno scambio di
opinioni su terni di politica europea», come dice il cancelliere, e un messaggio con più destinatari.
In Italia, a divulgare la linea del Professore, c'è Arturo Parisi, l'amico più fidato, la voce italiana di
Prodi. Lista unica dell'Ulivo alle europee? «Questo – risponde Parisi in un'intervista all'Espresso in
edicola oggi – sarebbe il modo vero di rispondere all'esigenza di unità che arriva dal nostro elettorato. E allo stesso tempo il modo più sicuro per evitare divisioni.
L'Ulivo deve presentarsi come una formazione europeista. Con lo stesso progetto per cui si batte Romano Prodi in Europa». Si parte dell'Europa per un progetto globale: nella riforma del Welfare State e nella tutela di certi diritti, nella collocazione internazionale, nei rapporti istituzionali, nel sistema giudiziario... E' un progetto (anche) per l'Italia. A diffonderlo con Parisi sono uomini della Margherita come Enrico Letta, ma anche – in conversazioni e incontri riservati – diessini pur diversissimi tra loro, come Pierluigi Bersani e Walter Veltroni. Ed ecco il legame stretto con Piero Fassino, le uscite sempre più europeiste e prodiane di Massimo D'Alema, i rapporti ritrovati con Francesco Rutelli.
Qualcuno – preso dalla sua lettura «particulare» - ha ridotto il tutto ad una richiesta a Prodi: «Allora guida la Margherita alle europee». In risposta un lapidario: «Ma siete matti? Non avete capito niente».
Ma la strategia. dell'attenzione non si ferma al centrosinistra e all'Italia. E' una visione d'Europa, della lotta politica che può unire passati e magari futuri avversari. Qui ci sono le posizioni di Pierferdinando Casini, Marco Follini, lo stesso Gianfranco Fini. Sul piano europeo, fette della Cdu-Csu che non sopportano Schroeder ma non accettano nemmeno l'asse Bush-Blair. Prodi in Italia si pone come guida, in Europa si inserisce in un filone, cercando di aiutare ogni operazione che serva da collante.
Poi non è coincidenza politica che Schroeder e Prodi si vedano mentre Blair vola da Bush e a Roma, oggi, Valery Giscard d'Estaing consegni la bozza della Costituzione europea a due europeisti assai diversi tra loro: Carlo Azeglio Ciampi e Silvio Berlusconi. «Non sprechiamo l'occasione», dice Prodi da lontano.

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