Da La Repubblica del 23/07/2003
Originale su http://www.repubblica.it/2003/g/sezioni/politica/processi/bocca/bocca.html

La campagna senza fine

di Giorgio Bocca

LA PROCURA di Brescia che ha giurisdizione sui magistrati di Milano ha aperto una inchiesta sui procuratori Boccassini e Colombo che sostengono l'accusa al processo Previti. Gli esperti in procedura avvertono che si tratta di un atto dovuto perché da una associazione, vicina pare al senatore Previti, era stata presentata una denuncia per abuso di potere. Sarà certo così ma a forza d'atti dovuti la magistratura che ha tentato di riproporre la "legge eguale per tutti" sarà messa con le spalle al muro.

"L'atto dovuto" contro la Boccassini e Colombo non porterà a una loro condanna, ma ha già aperto la strada a una campagna di riabilitazione delle "vittime" di Mani pulite. Con gli atti dovuti cominciò la controffensiva dell'establishment contro i giudici di Milano, fu un atto dovuto che mise sotto inchiesta Di Pietro sottoposto a interrogatori giorno e notte come un delinquente abituale. L'inchiesta sui procuratori milanesi potrà finire nel nulla ma nel gergo pugilistico si dice che l'avversario va "lavorato al corpo" giorno dopo giorno perché il potere autoritario, come ricorda Norberto Bobbio ha la facoltà di ripetersi senza tregua potendo disporre di uomini e di mezzi all'infinito.

I fatti stanno confermandolo: il potere giudiziario viene messo sotto accusa ogni giorno, il capo del governo ne parla come di una compagnia di delinquenti o di sovversivi, anche di fronte a un consesso europeo, i suoi portavoce hanno già colto la notizia per gridare che è giunta l'ora di far pagare ai giudici faziosi le loro colpe. E già il "martire" Previti dice di vedere finalmente nel tunnel della sua vicenda giudiziaria un barlume di speranza.

C'è una tendenza della opposizione in genere e della sinistra riformista in particolare a non dare pretesti alla maggioranza a non esporsi alla accusa di estremismo. Ma l'esperienza delle scalate autoritarie insegna che né l'eccessiva cautela né i tatticismi sono serviti a disarmarle, esse procedono inesorabilmente. Tanto più adesso che Berlusconi si è messo sotto il mantello dell'"imperatore Bush" e ne sottoscrive ogni parola, come un destino vincente e inevitabile.

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