Da Corriere della Sera del 23/07/2003
Casa Bianca
Il vice della Rice chiede scusa «Ho sbagliato sul caso uranio»
«La Cia mi avvisò, ma non ho tolto dal discorso di Bush i passi contestati»
di Ennio Caretto
WASHINGTON - Per la prima volta dallo scoppio del «Nigergate», lo scandalo sui falsi documenti sull'uranio di Saddam Hussein, la Casa Bianca se ne assume la responsabilità e chiede scusa all'America. Lo fa, mentre il Paese applaude alla fine dei figli del raìs, tramite Stephen Hadley, il vicedirettore del Consiglio di sicurezza nazionale e braccio destro di Condoleezza Rice, e Dan Bartlett, il direttore delle comunicazioni. Parlando ai giornalisti, Hadley spiega che a ottobre la Cia gli mandò due memorandum e telefonò per dirgli che le informazioni sulla caccia del raìs all'uranio in Africa erano infondate. «Tolsi il suo riferimento dal discorso del presidente di quel mese a Cincinnati» prosegue Hadley, lasciando capire di essersi poi dimenticato di farlo a gennaio nel Messaggio sullo Stato dell'Unione. «E' chiaro che ho mancato di assolvere alle mie responsabilità. Oggi ne ho chiesto scusa al presidente».
Dan Bartlett corre in suo aiuto. «Anche Condoleezza Rice si ritiene in parte responsabile del fatto che gli alti standard del presidente non siano stati rispettati», sottolinea. E’ un tentativo di dimostrare che si trattò di un errore, non di un pretesto per giustificare la guerra all'Iraq. E’ anche un segnale che Bush non intende licenziare nessuno, sebbene corra voce che il direttore della Cia Gorge Tenet, il primo a fare mea culpa 10 giorni fa, si dimetta. Ma l’uscita della Casa Bianca non placa, acuisce le polemiche. Perché, si chiedono i media, avviene subito dopo l'annuncio della uccisione dei figli di Saddam Hussein, una notizia che fa passare le scuse in secondo piano?
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