Da Corriere della Sera del 22/07/2003

Bush riapre il fronte con l’Iran e la Siria

«Non ci fermeremo fino alla sconfitta del terrorismo. E in Iraq porteremo a compimento la nostra missione»

di Ennio Caretto

CRAWFORD (Texas) - I modi sono affabili, ma il monito è secco, da mattatore dello show. Su uno sfondo di bandiere, in giacca e camicia senza cravatta, Bush dà praticamente un ultimatum all’Iran e alla Siria: o cessano di proteggere e assistere il terrorismo, o saranno chiamati a risponderne. E in serata l’Iran respinge al mittente le accuse: «Sono gli Stati Uniti a proteggere i terroristi», dice a Pretoria il ministro degli Esteri Khamal Kharrazi.

Il presidente americano coglie tutti di sorpresa, sembra furente, sono due mesi che non tocca più il tasto scottante di Teheran e di Damasco. Ha deciso di rompere il silenzio, chiarirà poi la Casa Bianca, per bloccare l’escalation del terrore in Iraq, dove ieri è stato ucciso un altro soldato americano, e in Israele: sebbene non lo dica apertamente, è convinto che nei due teatri di crisi ci sia coinvolgimento di Damasco e Teheran. «Sia chiaro che non ci fermeremo fino alla sconfitta del terrorismo e delle armi di distruzione di massa, che minacciano tutti, anche l’Italia», dice. Ma l’ultimatum è stato lanciato di fronte a Silvio Berlusconi, premier italiano e presidente di turno dell’Unione Europea, e quindi non può non suonare anche come un richiamo all’Italia e all’Europa ad allinearsi all’America e a premere subito sull’Iran e la Siria anziché continuare a farvi affari.

Bush è egualmente fermo sul rafforzamento delle truppe Usa e sull’ampliamento del ruolo dell’Onu in Iraq, i temi principali sul tappeto. Dichiara che il primo è benvenuto anche se, precisa sorridendo in risposta a una domanda, «gli italiani non sostituiranno gli americani», come a dire che per ora non manderanno altri contingenti. Ma sul secondo pone un limite preciso: la risoluzione 1483 che ha sancito il governatorato Usa a Bagdad. Alla vigilia della prima riunione del Consiglio di sicurezza in due mesi, oggi a New York, il presidente di fatto ribadisce che gli interventi internazionali avranno luogo solo alle sue condizioni. Lo precisa parlando della ricostruzione del Paese: «La domanda è: come migliorare le vite degli iracheni? Se qualcuno che si oppose alla guerra avesse la risposta giusta, saremmo interessati». E’ il vecchio Bush unilateralista, non quello nuovo, ammorbidito dalle difficoltà in Iraq, sognato dall’Onu.

Il tono di Bush cambia nettamente quando parla dell’Italia. Elogia Berlusconi «anche a nome della first lady Laura», esprime «particolare gratitudine per il coraggio e la capacità dimostrati dalle truppe italiane in Afghanistan e in Iraq». Come per mezzo secolo l’America e l’Italia «sono state a fianco a fianco nella guerra fredda», prosegue, «così lo sono dall’11 settembre 2001 contro la tirannia e il terrore globali».

Ma il presidente non si apre all’Ue come una settimana fa il premier inglese Blair l’aveva esortato a fare. Berlusconi e io, afferma, «siamo in totale accordo che Europa e America sono più sicure ed efficienti quando lavorano assieme. Mi compiaccio molto che Berlusconi sia il presidente di turno dell’Ue, e ho fiducia che sotto la sua leadership Europa e America continueranno ad affrontare le sfide che ci si presentano». Il senso del messaggio è ovvio: Francia e Germania vengano a Canossa, la loro visione di Europa è improponibile.

Dalla conferenza stampa emerge il problema di fondo di Bush: non umiliarsi con una richiesta di aiuti militari all’Onu e implicitamente al blocco dell’Ue. E della guerriglia che continua a falciare vite americane a Bagdad dice: «Saremo forti, pazienti e risoluti».

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Rutelli: costruire un nuovo Occidente democratico che privilegi la cooperazione senza trascurare la difesa militare
"L´Europa ha bisogno di un suo esercito per bilanciare l´egemonia degli Stati Uniti"
di Pietro Veronese su La Repubblica del 25/05/2004
L'editoriale
Gli alleati e l'arma della democrazia
La strage dei soldati italiani a Nassiriya, la strategia del caos dei terroristi e il mutamento del tono degli americani
di Gianni Riotta su Corriere della Sera del 15/11/2003
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0