Da The New York Times del 03/10/2002
Allarmante documento: Cina, Etiopia, Nigeria, Russia e India corrono gravissimi rischi
Aids, rapporto choc della Cia: "Destabilizzerà il mondo"
Entro il 2010 i cinque paesi avranno 50/75 milioni di malati. Problemi economici, politici e militari. Necessaria una svolta
di Lawrence K. Altman
LANGLEY - Il National Intelligence Council, una struttura collegata alla Cia, ha rivelato che in cinque paesi tra i più popolosi del mondo il forte aumento dei casi di Aids, ormai rappresenta una potenziale minaccia per la sicurezza regionale e anche per quella degli stessi Stati Uniti. I cinque paesi in questione - Cina, Etiopia, India, Nigeria e Russia - la cui popolazione complessiva è pari al 40% di quella mondiale, entro il 2010 registreranno il più alto numero di persone affette da Hiv di qualsiasi altro gruppo di cinque paesi al mondo.
Le persone colpite dal virus passeranno dagli attuali 14-23 milioni di casi conclamati a 50-75 milioni. L'agenzia mette in evidenza che la diffusione dell'epidemia rischia di incidere seriamente sulla struttura economica, sociale, politica e militare di ciascuno dei cinque paesi. Nella conferenza stampa di presentazione delle parti del rapporto che la Cia ha ritenuto di rendere pubbliche, David F. Gordon, funzionario dell'agenzia e autore della ricerca, ha precisato che la diffusione dell'epidemia potrebbe drasticamente modificare le priorità di spesa dei singoli paesi, elevando i costi per l'assistenza sanitaria e conducendo ad una sensibile penuria di militari.
Gordon ha per esempio illustrato come l'epidemia di Aids in Russia getti nuova luce su come quel paese stia vivendo l'era post-sovietica. Nel rapporto si legge infatti che oltre un terzo delle future reclute delle forze militari russe sono considerate inidonee all'arruolamento perché sieropositive o affette da epatite cronica contratta in seguito all'uso di sostanze stupefacenti.
Anche in Nigeria, tra i più importanti produttori di petrolio, le conseguenze sarebbero devastanti: lì, infatti, l'epidemia di Aids potrebbe scatenare tensioni politiche che indebolirebbero il ruolo nigeriano nel mantenimento della pace in Africa per conto dell'Onu. Eppure i vertici nigeriani sono stati i più efficienti, tra quelli dei cinque paesi in questione, nel cercare di diffondere informazioni sull'Aids, arrivando a mettere in guardia l'opinione pubblica sui rischi di "estinzione" della popolazione africana. Nel rapporto si legge che "l'esercito nigeriano, preoccupato per la forte perdita di personale altamente specializzato a causa dell'Aids ha introdotto uno specifico corso per educare i soldati a prevenire la malattia". In Etiopia molti soldati hanno contratto il virus durante la guerra civile degli anni '80, avendo rapporti sessuali con molteplici partner. Nel 1991, a guerra terminata, migliaia di soldati e di prostitute hanno fatto ritorno alle loro case, diffondendo il virus e l'Aids nei villaggi e nelle città, e la minaccia del contagio è andata pericolosamente aggravandosi.
Il rapporto specifica che sebbene Cina, India e Nigeria stiano iniziando a dare sempre maggiore importanza a questa minaccia, tutti i cinque paesi necessitano entro il 2010 di effettuare "drastici cambiamenti di priorità" per controllare l'evolversi delle epidemie, poiché la malattia ha già preso una svolta significativa, i servizi sanitari sono del tutto inadeguati e il costo dei trattamenti necessari e dei corsi per la prevenzione starebbero diventando proibitivi. Gordon ha spiegato che una copia del rapporto è stata consegnata circa due mesi fa a ciascuno dei cinque paesi per aiutarli a combattere le epidemie in corso.
Nei vari paesi l'epidemia è a differenti livelli di sviluppo, ma in tutti è sempre ad uno stadio inferiore a quello riscontrabile nelle aree più colpite dell'Africa centrale e meridionale. Nei cinque paesi considerati, i comportamenti sessuali a rischio sono sicuramente il principale motore dell'epidemia, ma le modalità di diffusione sono molto diverse tra loro. Mentre infatti in India l'Hiv dilaga attraverso rapporti eterosessuali, in Cina il diffondersi dell'epidemia è dovuto a lavoratori migranti infetti, e in Russia alla frequente liberazione per amnistia di prigionieri infetti e all'aumento della prostituzione.
Per compilare il rapporto, la commissione americana ha utilizzato le informazioni fornite dalle organizzazioni governative e non governative dei cinque paesi e ha fatto ricorso ad esperti di Aids e ad altri scienziati fuori e dentro gli Usa, ma non ha collaborato direttamente con i cinque governi in questione.
Non è la prima volta che la Cia si occupa dell'Aids e delle sue conseguenze. Il National Intelligence Council è dalla fine degli anni '80 che elabora questo genere di studi. E nel '99 la Casa Bianca dichiarò l'epidemia di Aids una minaccia per la sicurezza nazionale. Lo studio appena pubblicato su cinque casi specifici completa il quadro delle ricerche svolte nell'arco di vent'anni.
Le persone colpite dal virus passeranno dagli attuali 14-23 milioni di casi conclamati a 50-75 milioni. L'agenzia mette in evidenza che la diffusione dell'epidemia rischia di incidere seriamente sulla struttura economica, sociale, politica e militare di ciascuno dei cinque paesi. Nella conferenza stampa di presentazione delle parti del rapporto che la Cia ha ritenuto di rendere pubbliche, David F. Gordon, funzionario dell'agenzia e autore della ricerca, ha precisato che la diffusione dell'epidemia potrebbe drasticamente modificare le priorità di spesa dei singoli paesi, elevando i costi per l'assistenza sanitaria e conducendo ad una sensibile penuria di militari.
Gordon ha per esempio illustrato come l'epidemia di Aids in Russia getti nuova luce su come quel paese stia vivendo l'era post-sovietica. Nel rapporto si legge infatti che oltre un terzo delle future reclute delle forze militari russe sono considerate inidonee all'arruolamento perché sieropositive o affette da epatite cronica contratta in seguito all'uso di sostanze stupefacenti.
Anche in Nigeria, tra i più importanti produttori di petrolio, le conseguenze sarebbero devastanti: lì, infatti, l'epidemia di Aids potrebbe scatenare tensioni politiche che indebolirebbero il ruolo nigeriano nel mantenimento della pace in Africa per conto dell'Onu. Eppure i vertici nigeriani sono stati i più efficienti, tra quelli dei cinque paesi in questione, nel cercare di diffondere informazioni sull'Aids, arrivando a mettere in guardia l'opinione pubblica sui rischi di "estinzione" della popolazione africana. Nel rapporto si legge che "l'esercito nigeriano, preoccupato per la forte perdita di personale altamente specializzato a causa dell'Aids ha introdotto uno specifico corso per educare i soldati a prevenire la malattia". In Etiopia molti soldati hanno contratto il virus durante la guerra civile degli anni '80, avendo rapporti sessuali con molteplici partner. Nel 1991, a guerra terminata, migliaia di soldati e di prostitute hanno fatto ritorno alle loro case, diffondendo il virus e l'Aids nei villaggi e nelle città, e la minaccia del contagio è andata pericolosamente aggravandosi.
Il rapporto specifica che sebbene Cina, India e Nigeria stiano iniziando a dare sempre maggiore importanza a questa minaccia, tutti i cinque paesi necessitano entro il 2010 di effettuare "drastici cambiamenti di priorità" per controllare l'evolversi delle epidemie, poiché la malattia ha già preso una svolta significativa, i servizi sanitari sono del tutto inadeguati e il costo dei trattamenti necessari e dei corsi per la prevenzione starebbero diventando proibitivi. Gordon ha spiegato che una copia del rapporto è stata consegnata circa due mesi fa a ciascuno dei cinque paesi per aiutarli a combattere le epidemie in corso.
Nei vari paesi l'epidemia è a differenti livelli di sviluppo, ma in tutti è sempre ad uno stadio inferiore a quello riscontrabile nelle aree più colpite dell'Africa centrale e meridionale. Nei cinque paesi considerati, i comportamenti sessuali a rischio sono sicuramente il principale motore dell'epidemia, ma le modalità di diffusione sono molto diverse tra loro. Mentre infatti in India l'Hiv dilaga attraverso rapporti eterosessuali, in Cina il diffondersi dell'epidemia è dovuto a lavoratori migranti infetti, e in Russia alla frequente liberazione per amnistia di prigionieri infetti e all'aumento della prostituzione.
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