Da Corriere della Sera del 29/05/2003
Bush in Medio Oriente, summit a tre per la pace
Martedì vedrà i leader arabi, mercoledì Sharon e Abu Mazen. Powell in Vaticano per ricucire lo strappo sull’Iraq
di Ennio Caretto
WASHINGTON - Riparte il processo di pace in Medio oriente. A Gerusalemme, s'incontrano oggi, dopo due rinvii, il premier israeliano Ariel Sharon e il premier palestinese Abu Mazen. A Roma, lunedì il segretario di Stato americano Colin Powell visiterà il Papa e il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. Martedì e mercoledì infine, George Bush parteciperà a due vertici: uno a Sharm-el-Sheikh in Egitto con i leader arabi, l'altro ad Aqaba, in Giordania, con Sharon e Mazen. Sarà il primo - e lungamente atteso - intervento personale del presidente degli Stati Uniti nella crisi mediorientale, «la dimostrazione - ha dichiarato Powell - del suo impegno alla pace, un momento di speranza e di ispirazione». La Casa Bianca dice che dal colloquio odierno di Sharon e Abu Mazen Bush si aspetta un segnale costruttivo, un segnale che gli faciliti il compito. E cioè un comunicato congiunto sulla sicurezza di Israele e lo Stato di Palestina, «nello spirito della Road map», il piano del quartetto Usa, Ue, Onu e Russia.
Come il predecessore Bill Clinton al G-8 di Okinawa nel 2000 per il vertice con il premier israeliano Barak e il presidente palestinese Arafat a Camp David, così Bush abbandonerà la riunione delle sette potenze industriali più la Russia con un giorno d'anticipo, lunedì pomeriggio. Il suo ospite, il presidente francese Jacques Chirac, che avrà con lui l'unico incontro bilaterale ai lavori, non lo considera uno sgarbo: «Abbiamo comunicato alla Casa Bianca che capiamo benissimo», ha riferito la portavoce Catherine Colonna. Ma al Congresso a Washington la breve sosta a Evian in Francia - una sola notte - è sembrata una conferma della freddezza di Bush non soltanto verso Chirac ma anche verso il G8, dove altri membri si sono opposti alla guerra contro l'Iraq, la Germania, la Russia e il Canada, come avvenne all'Onu. Il presidente Usa sembra intenzionato a esporre i propri programmi e a presentare le proprie richieste ma non a negoziare su di essi. E a operare da solo in Medio oriente.
A Roma Powell, che raggiungerà poi Bush a Sharm-el-Sheikh, cercherà invece di riprendere il dialogo tra la Casa Bianca e il Vaticano, congelato da Bush dopo la denuncia del Papa del conflitto iracheno: il segretario di Stato ritiene che la Santa sede possa dare un importante contributo alla pace tra arabi e israeliani.
Il suo incontro con Frattini, a riprova dell'ottimo rapporto Italia-America, servirà anche di preparazione per una visita di Berlusconi alla Casa Bianca dopo la metà di giugno.
Powell affiancherà Bush nei suoi colloqui bilaterali di martedì con il presidente egiziano Mubarak, e per quelli allargati con il reggente saudita Abdullah, il monarca giordano Abdallah, il sovrano del Marocco Mohammed VI e quello del Bahrein Ben Issa poche ore dopo.
Si preannuncia cruciale il vertice a tre (Bush, Sharon, Mazen): probabilmente è il primo di una serie, se andrà bene. Il leader Usa butta sulla bilancia la sua autorità, il suo prestigio e forse anche la sua rielezione nel 2004 nel tentativo di raggiungere la pace, un obiettivo fallito dai predecessori. «E' una impresa molto più difficile che non la liberazione dell’Iraq», osserva l'ex segretario di Stato James Baker. Ma secondo la Casa Bianca è realizzabile. E comunque Bush non ha alternative: la stabilizzazione del Medio oriente e del Golfo persico, a suo parere minacciata adesso dall'Iran e la Siria, dipende dal suo successo a Gerusalemme più ancora che a Bagdad.
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A Roma Powell, che raggiungerà poi Bush a Sharm-el-Sheikh, cercherà invece di riprendere il dialogo tra la Casa Bianca e il Vaticano, congelato da Bush dopo la denuncia del Papa del conflitto iracheno: il segretario di Stato ritiene che la Santa sede possa dare un importante contributo alla pace tra arabi e israeliani.
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