Da La Repubblica del 13/05/2003

La guerra invisibile

di Paolo Garimberti

STESSA tecnica, stesso obiettivo, cambia soltanto la località. Il 27 dicembre 2002, due camion imbottiti di una tonnellata di tritolo fecero saltare in aria un edificio governativb dell’amministrazione filo-russa nel centro di Grozny: anche allora si parlò, sulle prime, di 40 morti, che diventarono poi 80. Ieri un altro veicolo pesante, un’altra tonnellata di esplosivo per distruggere un palazzo del potere russo a Znameskoje: 41 vittime, ma nessuno può dire quanti dei feriti gravissimi sopravviveranno. Lo scadenzario delle stragi in Cecenia sembra avere un obiettivo politico e mediatico, assai più che strategico e militare.
Quello di ricordare ai governi insensibili (quando non complici in nome della Realpolitik), alle coscienze distratte, ai giornali assuefatti che uno dei conflitti più sanguinosi e più dimenticati del mondo non è mai davvero finito. Che la normalità, prima promessa e poi conclamata da Putin, è solo una finzione, nonostante l’esito plebiscitario del referendum del 23 marzo, nonostante il voto della Commissione dell’Onu, che il 16 aprile ha bocciato una risoluzione, presentata dall’Unione europea, di condanna della Russia per gravi violazioni dei diritti civili commesse quotidianamente dalla sue truppe.
La normalizzazione della Cecenia è l’ossessione del presidente russo e la «disinformatsija» nel più puro stile sovietico del Cremlino e del leader filo-russo Kadyrov dà corpo alla favola. Ma un rapporto segreto dello stesso Kadyrov, ottenuto e diffuso a metà aprile da Memorial, il comitato moscovita per la difesa dei diritti umani, presenta una realtà completamente diversa. Il tasso di omicidi e rapimenti di civili in Cecenia è da due a tre volte superiore a quello medio della Russia, che pure è già alto: da 38 a 60 ogni centomila abitanti, la variazione dipende dal fatto che secondo il censimento ufficiale la repubblica conta un milione e centomila residenti, mentre di fatto non sarebbero più di settecentomila. Senza contare le vittime tra i militari e i guerriglieri separatisti, che sarebbero almeno due decine a settimana. La strage di civili è dovuta — come dimostrano gli ultimi due attentati kamikaze a Grozny e Znamenskoje — al salto di qualità della seconda guerra cecena, alla sua internazionalizzazione in seguito al massiccio afflusso di uomini e fondi provenienti dal fondamentalismo islamico. Oggi la guerriglia opera secondo metodi più simili all'Intifada palestinese e al terrorismo di Al Qaeda che al tradizionale movimento indipendentista, che caratterizzò la prima guerra tra il 1994 e il 1996. Jokhar Dudayev, presidente della Cecenia dal 1991 fino alla sua morte nel 1996, aveva sempre rifiutato i finanziainenti esterni. Secondo uno dei suoi assistenti, controllava personalmente gli assegni «per essere certo che non provenissero dall’estero».
Questa autonomia militare ed economica ha cominciato a svanire a metà degli anni 90, da quando Shamil Basayev, uno dei più noti leader ceceni, strinse un’alleanza con Ibn Khattab, un saudita che aveva combattuto a fianco di Osama Bin Laden in Afghanistan. «Da quel momento — ha raccontato al «Wall Street Journal» Shamil Beno, ex ministro degli Esteri ceceno dai tempidi Dudayev — Basayev ha smesso di parlare di libertà della Cecenia per invocare la libertà per il mondo arabo. Si è tasformato da patriota ceceno in un predicatore della globalizzazione islamica». Secondo fonti russe, oggi un quinto dei circa mille guerriglieri ceceni è formato da militanti arabi provenienti da vari campi di addestramento. E ogni mese circa un milione di dollari arriva in Cecenia, attraverso i valichi montuosi della Georgia, per finanziare la guerriglia. Queste cifre sono ritenute attendibili anche da esperti indipendenti di terrorismo, come Rohan Gunaratna, autore di uno studio su Al Qaeda, il quale afferma che le montagne della Georgia e la Cecenia hanno rimpiazzato l’Afghanistan come centri di raccolta e di preparazione per i terroristi islamici, che vengono poi inviati in missione in Europa.
L’infiltrazione araba ha fatto il gioco di Putin, fornendogli un pretesto per giustificare come lotta al terrorismo internazionale i comportamenti a dir poco brutali delle truppe russe di «stabilizzazione» e per anestetizzare le voci critiche di quei pochi governi occidentali, che ogni tanto cercano di denunciare la guerra invisibile in Cecenia. E’ questa logica perversa che ha portato la Commissione per i diritti umani dell’Onu a bocciare con 21 voti contrari (tra cui Cina e India), 17 astensioni (compresi Giappone e Corea del Sud) e soli 15 favorevoli il progetto di risoluzione della Ue di condanna della Russia. Gli Stati Uniti si sono mostrati freddi di fronte all’iniziativa europea. Alla fine hanno votato sì soltanto perché il documento condannava gli atti terroristi dei guerriglieri ceceni, accusando tre di loro di avere stretti legami con i Taliban e con la rete di Al Qaeda. Grazie a questa omertà internazionale, la seconda guerra cecena rischia di essere molto più lunga e sanguinosa della prima. E, nonostante il referendum di marzo, che ha approvato la nuova costituzione, la normalizzazione vantata dal Cremlino appare come una sorta di «villaggio Potemkin» di Vladimir Putin.
Ha scritto la giornalista russa Anna Politovskaja nel suo libro pubblicato in Francia («Cecenia, il disonore russo»): «La Russia neosovietica, modellata sulla macchina statalista putiniana, è riuscita a costruire sul territorio ceceno una enclave di mancanza di diritti civili. Che la si chiami zona di residenza o ghetto per i ceceni, resta il fatto che il paese è sull’orlo di tornare alla sua orribile tradizione zarista».

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Natalia Khalkaieva arrestata nella sua casa a sud di Grozny mentre stava preparando un cinturone esplosivo
Cecenia, una giovane contadina la maestra delle kamikaze
di Giampaolo Visetti su La Repubblica del 23/09/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0