Da Il Giorno del 18/02/2003
Quelli di Roma non erano solo ‘di sinistra’
di Massimo Fini
La sinistra diessina è l'ultima che si può appropriare dell'imponente manifestazione di Roma. Perché sul terreno del pacifismo ha perso ogni credibilità da quando nel 1999 il governo D'Alema appoggiò la Nato che, autoproclamatasi "polizia del mondo", aggredì la Jugoslavia senza alcun avallo dell'Onu e in spregio alla norma del diritto internazionale, fino ad allora mai messa in discussione, che vieta ingerenze militari negli affari interni di uno Stato sovrano. Quando si viola un principio una volta, si diventa poco credibili se, in una successiva occasione, si pretende invece di difenderlo. Tanto più che se Saddam Hussein può costituire una sia pur vaga minaccia per noi, il Milosevic di allora non lo era per nulla. Aveva solo un grave problema interno.
D'altro canto anche la destra non ha molta forza quando, politicamente, richiama quell'intervento arbitrario in Jugoslavia perché a suo tempo lo appoggiò entusiasticamente.
Detto questo, sbaglia di grosso la destra quando accusa la manifestazione di Roma di "pacifismo a senso unico" o di "antiamericanismo ideologico". A Roma non c'era solo il "popolo di sinistra". La sinistra attuale, conciata com'è, non è in grado di mobilitare tre milioni di persone. Direi anzi che la maggioranza, quella che non portava striscioni e non gridava slogan, ma se ne stava, composta, in silenzio, si era dimenticata, per una volta, della propria appartenenza politica. Non è infatti necessario essere di sinistra o "pacifisti" o "antiamericani ideologici", per essere contrari a questa guerra. La gente non è scema e, nonostante la tambureggiante propaganda dei media, capisce benissimo che, Saddam o non Saddam, questo straccio di Iraq, percorso da una parte all'altra dagli ispettori, perennemente scrutato da satelliti - spia, bombardato quasi ogni giorno dagli anglo - americani nelle "no fly zone", non può costituire un pericolo serio per l'Occidente. La gente non è scema e si accorge che gli Stati Uniti non sono riusciti a trovare una sola ragione di legittimità per attaccare l'Iraq. La gente non è nemmeno cieca e vede che grandi Paesi occidentali, come Francia e Germania, e altri molto importanti, come Russia e Cina, sono contrari alla guerra. Questi Paesi hanno sicuramente i loro interessi nel Golfo, come li hanno gli Stati Uniti, ma tali interessi, per quanto egoistici, portano verso la pace, mentre quelli, altrettanto egoistici, degli Stati Uniti verso la guerra. E la gente, in linea di massima, preferisce la pace alla guerra.
D'altro canto anche la destra non ha molta forza quando, politicamente, richiama quell'intervento arbitrario in Jugoslavia perché a suo tempo lo appoggiò entusiasticamente.
Detto questo, sbaglia di grosso la destra quando accusa la manifestazione di Roma di "pacifismo a senso unico" o di "antiamericanismo ideologico". A Roma non c'era solo il "popolo di sinistra". La sinistra attuale, conciata com'è, non è in grado di mobilitare tre milioni di persone. Direi anzi che la maggioranza, quella che non portava striscioni e non gridava slogan, ma se ne stava, composta, in silenzio, si era dimenticata, per una volta, della propria appartenenza politica. Non è infatti necessario essere di sinistra o "pacifisti" o "antiamericani ideologici", per essere contrari a questa guerra. La gente non è scema e, nonostante la tambureggiante propaganda dei media, capisce benissimo che, Saddam o non Saddam, questo straccio di Iraq, percorso da una parte all'altra dagli ispettori, perennemente scrutato da satelliti - spia, bombardato quasi ogni giorno dagli anglo - americani nelle "no fly zone", non può costituire un pericolo serio per l'Occidente. La gente non è scema e si accorge che gli Stati Uniti non sono riusciti a trovare una sola ragione di legittimità per attaccare l'Iraq. La gente non è nemmeno cieca e vede che grandi Paesi occidentali, come Francia e Germania, e altri molto importanti, come Russia e Cina, sono contrari alla guerra. Questi Paesi hanno sicuramente i loro interessi nel Golfo, come li hanno gli Stati Uniti, ma tali interessi, per quanto egoistici, portano verso la pace, mentre quelli, altrettanto egoistici, degli Stati Uniti verso la guerra. E la gente, in linea di massima, preferisce la pace alla guerra.
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