Da La Stampa del 24/03/2003

«Abbiamo dimostrato all´Unione che siamo europei»

Ma il ministro degli Esteri belga ammonisce: «Se entrate in Nord Iraq la vostra adesione salterà»

di Aldo Cazzullo

ANKARA - Il vicepremier e ministro degli Esteri turco, Abdullah Gül, ha dichiarato che, in seguito alle posizioni tenute da Ankara nella crisi irachena, «la Turchia non è mai stata così vicina all´Europa». In un´intervista al quotidiano «Hurriyet», Gül ha affermato che durante i suoi recenti contatti a Bruxelles, i leader europei da lui incontrati gli hanno detto che «la Turchia ha dimostrato di essere un paese democratico con le decisioni del Parlamento», che ha negato l´accesso alle truppe americane. «La Turchia non è mai stata prima d´ora così vicina alle norme europee». «Essa si è dimostrata una democrazia al livello dei criteri di Copenaghen» ha riferito lo stesso Gül, osservando che «poichè la Turchia è un paese candidato all´adesione all´Ue, i confini dell´Europa si estendono ora fino all´Iraq». Il governo turco ha cercato anche di replicare alle proteste seguite all´«annuncio dell´invio di militari in territorio curdo-iracheno. L'ingresso di truppe turche nel Nord dell´Iraq, assicura Ankara, non è imminente e sarà comunque limitato nella consistenza e negli scopi. «Noi vogliamo andare in Nord Iraq solo per proteggere la nostra sicurezza e per fini umanitari», ha ribadito il premier turco Tayyip Erdogan, mentre il capo di stato maggiore delle forze armate turche Hilmi Özkök ha confermato questi scopi limitati di Ankara nel corso di una telefonata con il suo omologo Usa, il generale Richard Myers. Secondo fonti diplomatiche ad Ankara, nei negoziati in corso tra turchi, americani e curdi, gli Usa stanno chiedendo ad Ankara di rinviare il suo intervento a tempi migliori, non portare armamenti pesanti e limitare la presenza turca in una fascia di 15-20 chilometri. Da parte sua, Ankara ha chiarito che progetta un intervento limitato e finalizzato solo agli obbiettivi di fermare il flusso dei profughi e contrastare possibili azioni in Turchia dei militanti armati del gruppo armato separatista curdo Kadek (ex Pkk). Dall´Unione europea arrivano però voci critiche: il ministro degli esteri belga, Louis Michel, ha ammonito Ankara ad evitare nel modo più assoluto un intervento nel Kurdistan iracheno, precisando in un dibattito televisivo che in tal caso l´Unione europea potrebbe rivedere la posizione di Ankara per l´adesione alla Ue. Anche il premier Guy Verhofstadt si è pronunciato sul problema dell´intervento dei soldati turchi: se Ankara approfitta della guerra in Iraq per attraversare i confini, allora le misure difensive prese nell'ambito della Nato «dovrebbero essere riviste». Il problema curdo sarà al centro degli incontri del ministro della Difesa, Antonio Martino, da ieri a Ankara per una visita ufficiale di due giorni da tempo programmata, su invito del ministro della Difesa, Goonul.

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